PSICOMOTRICITÀ

La psicomotricità è un’attività che prende in considerazione il bambino nella sua globalità.
Il suo obiettivo principale è quello di facilitare l’unità tra motricità, emotività, conoscenza e socialità. La peculiarità di questo approccio è l’ascolto del bambino e il rispetto della sua identità e unicità di essere al mondo. La psicomotricità permette al bambino di esprimersi attraverso il movimento ed il gioco spontaneo, di conoscere la realtà tramite il suo corpo e di creare significative esperienze di relazioni con l’altro.
In uno spazio appositamente attrezzato e in un’atmosfera di sicurezza, i bambini possono sperimentare nuove azioni, creare e rinforzare la loro identità individuale e sociale, conoscere e gestire le proprie emozioni. Nella stanza i bambini possono arrampicarsi, saltare, costruire con grandi cubi di gommapiuma, travestirsi e inventare storie. Tutto ciò, come insegna Bernard Aucouturier, padre della psicomotricità relazionale, permette di acquisire le regole sociali, di raccontare i propri desideri e i propri bisogni.
In ambito terapeutico la psicomotricità ha l’obiettivo di favorire un avvicinamento relazionale al bambino in difficoltà che ha perso o mai acquisito abilità e capacità diverse. È idonea per bambini fino agli 8 anni circa. La terapia non agisce sul sintomo ma prende in considerazione il bambino nella sua globalità: va a toccare la sua interiorità in cui troviamo l’affettività e l’immaginario, che si rendono evidenti attraverso il gioco spontaneo. Il corpo non è preso in considerazione per le sue competenze motorie, ma come centro dell’esplorazione dell’esperienza di sè.

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